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Il fascismo e le sue diverse propagande.

Posted by Smile_Life on 2/04/2009 11:53:00 AM in
Il fascismo utilizzò, durante la sua ascesa, moltissime varietà di propaganda, ma soprattutto quella che vede impegnato questo partito in manifestazioni e marce di diverso tipo: mostre, gare sportive e celebrazioni pubbliche. Il fascismo usò come punto fondamentale la volontà di agire maggiormente a livello emozionale per creare nelle persone un attaccamento quasi affettivo al partito garantendo la completa adesione, sono di esempio le foto scattate a Mussolini, in occasione di una Battaglia del Grano, volta a incrementare la produzione agricola, dove il duce viene ritratto, per dare prova della sua vicinanza al popolo, mentre partecipa alla prima trebbiatura del grano del 1933.
Una classe molto importante per il duce era quella giovanile. Fu così, infatti, che nel 1937 tutte le associazioni giovanili furono riunite nella “Gioventù Italiana del Littorio” (Gil), tutte le attività gestite ed organizzate da questa organizzazione avevano lo scopo di creare compattezza sotto l’insegna dei valori fascisti. Tutti i nomi, dati alle diverse classi giovanili, richiamavano la potenza italiana del passato come ad esempio figli della lupa e figlie della lupa; nomi che richiamavano ovviamente il mito romano, creando un parallelismo tra la grandezza dell’impero romano e il governo fascista; e anche questa pur non essendo esplicita, si rivelò una mossa propagandistica.
Il duce era però anche ben consapevole del forte potenziale dei nuovi media, che stavano nascendo tra gli anni ’20 e ’30, quali la radio e il cinema. Durante il governo Mussolini nel 1925 venne istituita l’Unione cinematografica educativa, poi Istituto Luce, voluto proprio dal duce, tenuto per molti anni sotto la sua amministrazione e usato per realizzare famosi documentari e cinegiornali propagandistici obbligatoriamente proiettati in tutti i cinema italiani prima dei film. I principali media già notevolmente, sviluppati al tempo, erano direttamente controllati dal governo che esercitava su di essi una forte pressione, basti pensare alle forme di censura e agli ordini restrittivi che venivano consegnati a giornalisti e lavoratori del settore come ad esempio le “veline”: istruzioni precise impartite ai giornalisti da parte dell’ufficio stampa del governo. Ad amministrare tutto l’apparato mediatico del paese vi era l’ufficio stampa del capo del governo che giunse in fine alla creazione del Ministero della cultura popolare (MinCulPop).
Molte delle conquiste e delle scelte politiche “mussoliniane” furono pubblicizzate ed enfatizzate con manifesti adatti all’affissione; basti pensare ai numerosi manifesti a favore della seconda Guerra Mondiale e quelli che invitavano all’arruolamento. La propaganda però non rimase sempre la stessa durante tutto il governo del duce. Secondo il tedesco Philip V. Cannistraro, Mussolini cambiò le sue tecniche di persuasione infatti, con il consolidamento del potere del pnf, avuto attorno al 1926, le tecniche si raffinarono.

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