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Joe Colombo - un futurista del passato -

Posted by Smile_Life on 12/21/2008 06:24:00 PM in ,
Joe Colombo è un designer dei favolosi anni '60, una delle figure italiane e internazionali più importanti nel mondo del design.
Con visione futuristiche e enigmatiche ha saputo rendere la quotidianità utile e esteticamente importante.

Nella sua carriera ha saputo rendersi attivo, e molto, in diversi campi: design, scultura e pittura.
Tra le sue creazioni a tratte visionarie ci sono sedie, suppellettili e altri oggetti d'arredamento che gli garantirono numerosi riconoscimenti.

Enigmatiche ed eclettiche sono le sedute Tube Chair e Multi Chair, che con la possibilità di ruotarle, impilarle e modificarle velocemente si prestano per infiniti usi. Tube Chair (1970), in particolare, è una delle sedia progettate da Joe Colombo, interessanti anche dal punto di vista del packaging, definibile quasi sostenibile. E’ infatti costituito da un unico “tubo”, all’interno del quale sono infilati gli altri tre tubi che formano la sedia. Minimo ingombro, per una sedia morfologicamente camaleontica. Forse la seduta che più lo rappresenta sarà, purtroppo, una delle sue ultime creazioni.
Il suo carattere visionario futurista ha permesso a trentasette anni dalla sua scomparsa di rendere alcuni oggetti di design attualissimi e ricercatissimi, che popolano il nostro quotidiano carichi di storia e con un lieve tocco di retrò.

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Walt Disney - breve storia e le sue perle -

Posted by Smile_Life on 12/21/2008 06:22:00 PM in , ,
Walt Disney ha fondato l’impero del divertimento creandolo dal nulla ed estendendolo a tutte le nazioni. Durante i suoi 65 anni di vita ha ricevuto ben 950 onoroficenze. Lo scettro che Walt ha sempre stretto in mano gli ha permesso di creare un regno di bizzarri e variopinti personaggi che tutt’ora continuano a conquistare il mondo. Certamente tutto questo lo di deve anche a tutti i suoi “artisti di corte” e ai suoi innumerevoli seguaci. Infatti, come diceva Walt Disney stesso: “Puoi progettare e creare e costruire il più meraviglioso luogo sulla faccia della terra. Ma bisogna che vengano le persone per far sì che il sogno diventi realtà”.

La storia Disney (con e dopo Walt).
Walter Elias Disney è nato a Chicago il 5 Dicembre 1901. Dopo essersi trasferito nel Missouri, nel 1917 la famiglia Disney ritorna a Chicago. Qui Walt pubblica le prime vignette sulla rivista “The Voice”. Nello stesso anno, gli Stati Uniti entrano in guerra e Walt decide di arruolarsi volontario nella Croce Rossa fingendo di essere maggiorenne. Il 18 Novembre si imbarca per la Francia, dove guiderà ambulanze e si eserciterà nel disegno, caricaturando i commilitoni. Rientrato in patria nel 1919, Walt trova lavoro come grafico presso il Pensmen-Rubin Commercial Art Studio, a Kansas City, e conosce Ub Iwerks. L’anno seguente Walt mette su un piccolo studio nel garage di casa, dove comincia a produrre
i primi brevi filmati animati. Nel 1923 firma un contratto a Hollywood con Margaret J. Winkler per la produzione di sei “Alice Comedies”. IL 13 luglio del 1925 sposa Lillian Bounds e nella stessa settimana acquista un terreno ad Hollywood per edificarvi il “Disney Brothers Studio”, fondato insieme al fratello Roy e da Iwerks. Nell’agosto del 1927 esce “Tolley Troubles”, il primo cortometraggio della serie “Oswald, the Lucky Rabbit” in italiano “Osvald, il coniglietto fortunato”. Nel 1928, scaduto il contratto per “Oswald” con la Universal, Walt Crea assieme all’amico Iwerk, Mickey Mouse (Topolino), il cui debutto ufficiale avviene il 18 Novembre con “Steamboat Willie”. Contemporaneamente, Iwerks inaugura le “Silly Symphonies”, una serie di cortometraggi senza protagonista, nelle quali il disegno animato è molto legato alla musica. Il 13 Gennaio del 1930 appare sui quotidiani la prima striscia di Mickey Mouse. Due anni dopo, Walt riceve un Oscar per “Flowers and Trees” in italiano “Fiori ed Alberi”, il primo cortometraggio in Tecnicolor, e un Oscar speciale per la creazione di Topolino. Il 9 giugno del 1934 Donald Duck (Paperino) esordisce in “The Wise Little Hen” (“La Gallinella Saggia”). Il 21 novembre del 1937, al Carthay Circle Theater di Los Angeles ha luogo la trionfale prima di “Snow White and the Seven Dwarfs” (“Biancaneve e i Sette Nani”), il primo lungometraggio animato disneyano. Da questo momento seguono una serie di lungometraggi che avranno successi alterni. Nel 1940 gli studi della Disney si trasferiscono a Burbank dove si trovano tuttora. Il 13 luglio1955 ad Anaheim in California viene inaugurata Disneyland e, dopo aver acquistato vari terreni nei pressi di Orlando in Florida, Walt inaugura Disney World. Nel novembre del 1966 viene operato per un tumore. Si spegnerà il 15 dicembre alle 9.35 del mattino a Los Angeles. Walt Disney era capo di un impero colossale, era perciò impensabile che tutto finisse con lui. Il ricordo di Walt continuò ad essere il motore delle creazioni della Walt Disney Company anche se si notò la mancanza del genio disneyano per eccellenza. Solo nel ’70 con “Gli Aristogatti” avremo il primo lungometraggio completamente realizzato senza la presenza di Disney. Dopo la morte di Walt Disney, gli studios passarono sotto la guida di Ron MIller, (marito della figlia Diane) e Roy Oliver Disney, (fratello di Walt). I due non ebbero feeling, e presto Roy istituì due commissioni, una che seguiva le ideologie dello stesso Roy e l’altra quelle di Miller. Con la guida di Ron MIller vennero realizzati in media tre o quattro film all’anno, e i profitti provenienti dai parchi a tema erano tali da rendere possibile la realizzazione del terzo parco “Walt Disney World”. Tuttavia nonostante questo gli Studios si trovarono con conti sempre più disastrosi. A tentare di rimettere in piedi il mondo Disney furono Roy Edward Disney (figlio di Roy Oliver Disney e quindi nipote di Walt), Stanley Gold, (valente avvocato) e Frank Wells, (vicepresidente della Warner Bros). La loro prima mossa fu quella di contattare Michael Eisner, che a quel tempo era alla guida della Paramount. Così, dopo aver corso il rischio di far cadere la Wal Disney Company nelle mani di speculatori estranei, Roy Edward Disney estromise Ron Miller. Nel 1984 cominciò perciò il controllo di Michael Eisner e di Stanley Gold. Sotto la direzione di Miller si poterono realizzare alcune innovazioni come la realizzazione di film con personaggi animati affiancati da attori veri. Si ebbero così successi epocali come “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”, “Oliver & Company” (entrambi del 1988). Seguì “Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri” (1990), “La Sirenetta” (1991), “La Bella e la Bestia” (1991), “Aladdin” (1992) e molti altri ancora. Le novità tecnologiche poterono progredire, finchègrazie ai grandi incassi e nel 1995 si arrivò alla realizzazione di un cartone animato interamente realizzato con la computer grafica, “Toy Story”. I grandiosi successi della gestione Eisner hanno ridato ossigeno all'animazione, un'arte che pareva essere sul viale del tramonto e che, invece, è divenuta uno dei terreni di battaglia della Hollywood a cavallo tra il secondo e il terzo millennio. Oggi la Disney è unita alla nuova casa cinematografica “Pixar”, che prima sotto la guida del celeberrimo Steve Jobs (fondatore anche della Apple Computer). La Disney detiene il record come il più grande studio di animazione del mondo.


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Il Food Design sta diventando glamour

Posted by Smile_Life on 12/21/2008 05:01:00 PM in
L'ecologico e l'utile vanno sempre più di moda facendo diventare persino il packaging alimentare un caso di studio per il business. Piattini come anelli, forchette completamente disegnate dal brand Benetton, bottiglie di plastica, forme impensabili che finiscono con il rivelarsi taglia uova, piatti o chissà quale marchingegno che rendono la cucina esteticamente più ricercata, ecologica e utile.

Ecco alcuni casi:

  • La bottiglia per l’acqua realizzata in carta:
    Ideata dallo studio BrandImage lancia 360 Paper, un packshot che ha l'obiettivo di sostituire la ormai tradizionale bottiglia di plastica per l'acqua. Ciò permette una maggiore possibilità di riciclo proprio grazie al materiale primo utilizzato per la realizzazione dell'involucro, la carta!Interessante è il marchingegno per il tappo: la parte superiore della bottiglia è caratterizzata, infatti, da un elemento ellittico che si può spezzare dal resto della bottiglia; una volta aperta la bottiglia questo elemento ellittico si divide in due parti, una da incastrare alla base del collo della bottiglia, grazie ad una aletta realizzata con un semplice taglio, l'altra da usarsi come un tappo tradizionale anch'esso ad incastro.Su questo prodotto nascono comunque degli interrogativi: quali trattamenti, poco ecologici, subisce questa carta per poter resistere all'acqua? E soprattutto perchè non sensibilizzare le masse al riciclo della plastica e al riutilizzo della stessa bottiglietta invece di spendere tempo e denaro nella realizzazione di un nuovo involucro?La mia risposta è questa, vince l'estetica e l'eccentricismo, elementi che rendono cool questo prodotto, che allo stesso tempo infonde un senso di attenzione (fittizia) per l'ambiente che permette di sentirci in pace con noi stessi, la società e la natura!

  • Un piatto al dito:
    Sono piccoli e comodi i piattini ideati dal designer Ken Goldman. Questa trovata è davvero un gioiellino, un anellino a forma di piattino che ti permettono di destreggiarti con più comodità e agilità nei brunch o nei buffet che sono di rito dopo le grandi occasioni.Il "piatto-anello" è sul mercato in confezioni da 10 pz e gli anellini sono regolabili e quindi comodi per tutte le mani, tozze o esili che siano! Unico difetto, essendo molto piccoli non permettono certo di portarsi appresso grosse quantità di cibo; ma siamo sicuri sia un difetto??? Infondo, anche se indirettamente ci permettono di non manifestare una grande voracità spesso esilarante per chi osserva!

  • Le posate firmate Benetton:
    Ebbene si, anche il famoso brand leader nel mercato della moda easy si è lanciato nel food design realizzando posate in plastica, rigorosamente verdi e colorate in vero e proprio stile Benetton. Le posate My Cutlery rappresentano un sodalizio tra la cultura occidentale e quella orientale. Infatti, grazie alla progettazione ad incastro si passa velocemente da una posata classica alle enigmatiche bacchette, tipiche della cucina cinese, giapponese e asiatica in generale. Il set di posate è facilmente trasportabile, adatto quindi a pic nic o a pranzi veloci consumati nei posti più disparati, conseguenza della vita frenetica dei tempi odierni.

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